lunedì 2 aprile 2012

ISTRUZIONE COSA AMMIREVOLE? (scrive Maria)

Mi è tornato alla mente in questi ultimi giorni un aforisma di Oscar Wilde a cui sono affezionata fin dai tempi dell’adolescenza quando l’istituzione scolastica creava non pochi problemi di accettazione agli occhi di una, allora,  diciassettenne che criticava i fondamenti di un’istruzione spesso nozionistica e sterile, legata più ai risultati che non ai processi di apprendimento.
Quel che diceva il noto scrittore è che l’istruzione è una cosa ammirevole, ma che è bene,  di tanto in tanto, ricordare che nulla di ciò che vale la pena di sapere nella vita può essere realmente insegnato.
In Cidade Olimpica nelle due maggiori scuole di “ensino fundamental” (scuole elementari) del municipio ancora non sono cominciate le lezioni che sarebbero dovute partire il giorno 30 di gennaio, piú di sessanta giorni fa.
Le motivazioni addotte sono molte e scaricano la colpa ora allo sciopero dei professori stanchi delle condizioni di lavoro, delle strutture fatiscenti, delle classi sovraffollate, degli stipendi bassi che arrivano ogni tre, quattro mesi, ora alla politica disinteressata del “prefeito” (il sindaco) che non accetta nemmeno di sedersi al tavolo di trattativa con il sindacato dei lavoratori e che appare del tutto disinteressato all’argomento preferendo sviare il denaro in operazioni che garantiscano più visibilità politica in vista delle vicine elezioni.
Facendo una piccola ricerca circa i dati di funzionamento delle scuole municipali in Cidade Olimpica durante lo scorso anno scolastico (febbraio-novembre 2011) con il gruppo del Cepa (Centro di Ascolto e di Primo Accompagnamento) della Fondazione JPA, abbiamo calcolato che in una sede staccata di una di esse le lezioni effettive hanno coperto solo tre mesi (sugli otto previsti) con un monte orario ridotto: le motivazioni riportate dalla direttrice sono per lo più legate alle carenze strutturali, all’assenza dei professori e, addirittura, al mancato pagamento dell’affitto dell’edificio.
Sempre durante lo scorso anno ho avuto la possibilità di collaborare come volontaria nella “sala de recurso” (l’aula di sostegno) di una scuola municipale di Cidade Olimpica con gli alunni portatori di disabilità: per loro sarebbe assicurata una professoressa (che non sempre è presente) ma nella completa assenza di materiale e di spazio adeguato per svolgere le attività. Per gli altri alunni la situazione cambia di poco: aule sovraffollate con un professore responsabile di quaranta e più alunni, ambienti spesso caldissimi, acqua che a giorni alterni manca, insegnanti spesso disinteressati o semplicemente stufi delle condizioni di lavoro.
Risultato: solo pochi alunni vanno tutti i giorni a scuola e ancora di meno possono dire di uscire con un bagaglio culturale almeno sufficiente per accedere alla scuola superiore e poi all’università.
In tutta questa confusione le famiglie sembrano a volte annegare, barcamenandosi in qualche modo perché il figlio possa avere un’istruzione minima: ma i corsi di “reforço” (lezioni di ripetizione) spesso sono privati e a pagamento e, non sempre, sono gestiti da personale adeguatamente formato e capace.
Altri genitori si disinteressano dell’argomento ritenendo quasi normale che il figlio vada a scuola qualche giorno a settimana, che la scuola non sia ancora cominciata senza previsioni di apertura, che, per mancanza di manutenzione, l’acqua venga a mancare con la conseguente chiusura della struttura.
Di fronte a tutto questo si può, certo, continuare ad affermare, come dice Oscar Wilde, che le cose importanti nella vita si imparano con l’esperienza ma non possiamo esimerci dal porci una domanda fondamentale: quale futuro avranno questi bambini? In un Brasile che continua a crescere e a svilupparsi quale posto avranno questi uomini e donne del futuro? Quale opzione avranno di riscattarsi dalla situazione di povertà in cui sono nati?
Perché l’istruzione sia una cosa ammirevole deve essere accessibile a tutti partendo da  buoni livelli di preparazione degli insegnati e da una struttura che ponga come valore primario lo sviluppo del bambino: qui, spesso, questo sembra essere ancora un sogno. 
Noi speriamo che diventi quello di molti e che le cose finalmente, possano cambiare.